Dopo Roberto Ferri e Federico Severino, ETRA evénts Firenze coinvolge un altro grande protagonista dell’arte contemporanea: Ugo Riva. Dal 20 settembre al 12 dicembre 2014 l’artista, tra i protagonisti della mostra Dialogue che arricchisce permanentemente il Giardino della Gherardesca del Four Season Hotel di Firenze, esporrà negli ambienti rinascimentali dello Studio MarcelloTommasi, in via della Pergola a Firenze, una selezione di opere nella mostra personale Contaminatio. Nucleo centrale della mostra è Sindrome di Jacopo e Vincent, venti disegni del 2011 ispirati alle figure di Jacopo Pontormo e Vincent Van Gogh, due grandi artisti amanti del disegno e del colore, accomunati dal male di vivere, dal rapporto viscerale con la propria opera, da quella “sindrome” qui rappresentata dagli uccelli. Tema centrale della mostra è la contaminazione, a iniziare da questo nucleo di opere in cui l’artista si è ispirato alle figure tipiche dei dipinti di Van Gogh vestendole all’antica per richiamare Pontormo ma colorandole secondo lo stile dell’artista olandese. Ma il tema della contaminazione si ritrova in quasi tutte le opere che saranno esposte allo Studio Tommasi, come i disegni preparatori del gruppo scultoreo Le Stagioni, realizzato per il Four Season Hotel nel 2012, rivisitazione di Le inquietudini del Rosso, opera del 1994 ispirata alle diverse “maniere” di Rosso Fiorentino con tre figure centrali fuse tra loro per simboleggiare l’unitarietà dell’opera nelle diverse sfaccettature, anch’essa presente in mostra nella versione originale in terracotta accompagnata da un esemplare in bronzo. Altra contaminazione è quella con Piero della Francesca, a cui Ugo Riva si è ispirato da sempre: saranno esposte due opere in terracotta del 1999 e del 2000 I Segreti di Piero e Piero (il buon pastore), accompagnate dagli studi preparatori coevi, e ispirate alle figure con grandi cappelli che caratterizzano gli affreschi realizzati ad Arezzo dal pittore rinascimentale. Ad accompagnarle un’inedita Madre – Mater Matuta, terracotta policroma del 2009 in cui ritorna il tema della maternità, divenuto aspetto fondamentale della ricerca artistica di Riva grazie alla Pala di Brera di Piero della Francesca. Saranno visibili anche numerosi studi e disegni preparatori, selezionati con l’intento di mostrare come nasce un’opera d’arte e di dialogare con i dipinti, i disegni, le sculture e i gessi di Marcello Tommasi e Leone Tommasi che fanno parte della Collezione permanente dell’Atelier. In una conversazione di pochi mesi fa avuta con il critico Flavio Arensi, Ugo Riva afferma: “La scultura merita il suo tempo per poter parlare, ha bisogno di rappresentare quello che vuol dire, deve essere un elemento della quotidianità, come in passato… Una scultura è perfetta quando trova il suo luogo, quel luogo che la esalta e la accoglie, quel luogo con il quale dialoga ogni attimo… Il futuro sarà nelle mani di coloro che delle loro mani e del loro cervello faranno tesoro. Di tutti coloro che torneranno a realizzare l’opera con passione, con amore. Approfondendo le tecniche antiche applicandole a quelle contemporanee. Studiando, analizzando i maestri grandi e piccoli che sono stati prima di noi”. Da sempre la critica ha accolto con entusiasmo i lavori di Ugo Riva. Tra i moltissimi che ne hanno scritto: Vittorio Sgarbi che nel 1989 affermava “D’altra parte di fronte al modellato morbido e sapiente di Riva, con tutti i riferimenti al passato, chi potrebbe dubitare che Riva è un nostro contemporaneo, un perfetto esponente del gusto fine novecento? Ciò che è moderno non può tramontare. Questo è lo spirito dello stile”; lo scrittore e critico d’arte Mario de Micheli che nel 1997 ha detto “Riva dimostra di possedere ormai la garanzia di una assoluta libertà d’invenzione e d’ispirazione. È diventato, se possibile, ancora più immediato, più naturale, anche affrontando soggetti legati al presente in presa diretta. Non so ciò che Riva farà nel suo futuro prossimo, ma so senz’altro che si muoverà in questa direzione, con nuove scoperte e nuove fantasie, con un repertorio sempre autentico e poeticamente attivo”; il critico e storico dell’arte spagnolo Gérard Xuriguera che nel 2005 così parlava di lui: “Ugo Riva appartiene a quella fetta di scultori mossi dalla bellezza e dall’armonia della figura umana, le cui opere funzionano innanzitutto per anamnesi, facendoci scivolare verso territori ormai mitici, senza disertare il linguaggio della modernità. Ugo Riva non fa nient’altro che riportarci all’ordine del relativo, associando i fasti del passato alle inquietudini del nostro oggi”. Nato a Bergamo nel 1951, Ugo Riva fin dalla gioventù si dedica al disegno e alla pittura. Dal 1977 la scultura diventa la sua principale forma espressiva, basata sulla riscoperta della policromia, prima con opere in cotto e poi in bronzo. Le sue opere trattano i temi fondamentali dell’essere “uomo”, con maggiore attenzione negli ultimi anni verso il concetto della “fragilità” del presente. Partecipa alla prima mostra collettiva nel 1978, mentre la prima personale è del 1987. Da allora si contano numerose esposizioni in gallerie private e spazi pubblici in tutto il mondo, tra cui: nel 2000 a Palazzo dei Notai a Bologna; nel 2002 alla Park Ruy Sook Gallery di Seoul; nel 2004 alla Capricorno Gallery di Washington DC; nel 2005 alla Galerie Vallois a Parigi; nel 2006 realizza la Via Christi per il Tempio Votivo della Pace di Bergamo; nel 2008 è protagonista dell’Antologica ordinata dalla Provincia di Bergamo allo Spazio Viterbi e della personale alla Twee Pauwen Gallery di Den Haag; nel 2009 realizza il Trittico dell’Abbraccio in terracotta policroma e ferro per la Cappella dell’Ospedale civile di Legnano; nel 2010 prende parte alla mostra “Un museo all’aperto” nel parco del Four Season Hotel a Firenze; nel 2011 partecipa alla 54° Biennale di Venezia e realizza le mostre “Anima Mundi”, ordinata dalla Fondazione del Credito Bergamasco per il 120° anniversario della banca, e “Un’idea di Mare” in collaborazione con ISMAR-CNR nazionale a Venezia; nel 2012 partecipa a “Exempla – il Buon Pastore” Sesta Triennale di Arte Sacra di Lecce e realizza la mostra personale “Sculture all’aperto” nel Giardino della Gherardesca al Four Season Hotel di Firenze; nel 2013 realizza per la suite a lui dedicata presso la Besharat Gallery di Barbizon l’opera “D’apres L’Angelus” – omaggio a J.F. Millet; nel 2014 idea e cura la mostra permanente “Dialogue” nel parco della Gherardesca del Four Season Hotel a Firenze, a cui ha invitato a partecipare gli amici scultori Sergio Cappellini, Giovanni Balderi e Dario Tironi, un “dialogo” ideale con il parco e con le copie di opere antiche della Galleria Frilli. Con ETRA evénts Firenze, realtà che ha ottenuto il patrocinio del Comune di Firenze, Francesca Sacchi Tommasi ha trasformato lo Studio Marcello Tommasi in uno spazio per la libera espressione di pittori e scultori contemporanei e il recupero della grande tradizione dell’arte figurativa. La mostra e la Collezione Tommasi si possono visitare dal martedì al sabato dalle 15 alle 20. Testo introduttivo al catalogo di Vittorio Sgarbi.Leggi tutto