Palazzo Grassi invita Lo schermo dell’arte Festival di cinema e arte contemporanea. Dal 27 al 30 maggio 4 serate e 14 titoli: un’esclusiva selezione di film tratta dalla tredicesima edizione della rassegna fiorentina dedicata al rapporto tra cinema e arte contemporanea.
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Palazzo Grassi rinnova l’invito a Lo schermo dell’arte Festival di cinema e arte contemporanea, progetto unico dedicato alle molteplici interazioni tra cinema e arte contemporanea, diretto da Silvia Lucchesi.
La rassegna fiorentina porta a Venezia un programma di 14 titoli, firmati da importanti video-artisti e filmmaker internazionali, selezionati insieme a Palazzo Grassi come ormai da tradizione. Da giovedì 27 a domenica 30 maggio, il Teatrino di Palazzo Grassi presenta un calendario di proiezioni pensato ad hoc per il proprio pubblico e per essere fruito in totale sicurezza.
In ogni giornata, infatti, saranno a disposizione quattro sessioni di proiezioni, accessibili su prenotazione che permetteranno di assistere ai film in programma nel corso della mattinata oppure nel pomeriggio.
Giovedì 27 maggio in cartellone 4 titoli. Si parte con “Szeemann and Lenin Crossing the Alps” di Rudolf Herz (Germania, 2019, 18’ 46’’), un ritratto inedito e intenso del celebre curatore e critico d’arte svizzero Harald Szeemann (1945 – 1980), scomparso nel 2005.
A seguire, il film dell’artista palestinese Emily Jacir, “Letter to a friend” (Palestina, 2019, 43’), lancia un appello al gruppo di ricerca inglese Forensic Architecture affinché conduca delle indagini sulla strada di Betlemme in cui la famiglia dell’artista vive da anni, prima che venga requisita dalle autorità israeliane.
“Recoding Art” (Brasile, 2019, 15’) di Bruno Moreschi e Gabriel Pereira è il titolo successivo. Il film mette in scena un singolare esperimento, invitando sette diverse tipologie di intelligenze artificiali a reinterpretare alcune opere del Van Abbemuseum di Eindhoven.
La giornata si conclude con “Spit Earth: Who Is Jordan Wolfson?” (Stati Uniti, 2020, 55’) di James Crump. Grazie all’uso di differenti tecnologie, le opere di Wolfson riescono a sollevare una serie di questioni che riguardano la società contemporanea: omofobia, misoginia, razzismo, nazionalismo, antisemitismo e violenza.
Venerdì 28 maggio riprendono le proiezioni con “De Oylem iz a Goylem” di Omer Fast (Austria, Germania, 2019, 24’) in cui una sciatrice incontra sulla seggiovia il fantasma di un ebreo ortodosso dando il via a una serie di riflessioni sul nostro sistema di credenze.
Sarà poi il momento di “The Sculpture” dell’artista taiwanese Musquiqui Chihying (Taiwan, 2020, 28’) che racconta la vicenda Xie Yanshen, collezionista e filantropo cinese, nonché direttore del Museo internazionale privato di arte africana a Lomé, Togo, recentemente protagonista di una cospicua donazione di manufatti d’arte africana al Museo nazionale cinese di Pechino.
L’ultimo film del programma giornaliero è “Aalto” di Virpi Suutari (Finlandia, 2020, 103’): un omaggio al grande architetto scandinavo condotto attraverso l’intenso scambio epistolare tenuto con la prima moglie, Aino.
Sabato 29 maggio la rassegna prosegue con altri cinque titoli, il primo è “BUSTROFEDICO” di Anna Franceschini (Italia, 2019, 14’ 47’’), realizzato per il finissage del Padiglione Italia alla Biennale d’Arte 2019, che reinterpreta il labirinto in cui erano collocate le opere di Enrico David, Chiara Fumai e Liliana Moro.
Si prosegue con “History of a Tree” di Flatform (Italia, 2020, 24’), la storia della quercia vallonea più antica d’Europa sita a Tricase, in provincia di Lecce, sotto la cui chioma in quasi un millennio di vita hanno trovato riparo donne e uomini di passaggio, raccogliendo idealmente le loro vicende.
A seguire “Three Works for Piano” di Dani Gal (Germania, 2020, 34’) in cui musica d’avanguardia e testimonianze di violenze riportate da un soldato israeliano si alternano.
L’ultimo film della giornata è “# JR” di Serge July e Daniel Ablin (Francia, 2018, 52’), il documentario dedicato all’artista francese che con le sue fotografie di dimensioni colossali coinvolge diverse popolazioni incontrate un po’ in tutto il mondo, nella convinzione che l’arte possa offrire un contributo fondamentale per cambiare le cose.
Domenica 30 maggio, ultimo appuntamento con Lo schermo dell’arte al Teatrino di Palazzo Grassi!
Apre le proiezioni “Haunting” di John Menick (Stati Uniti, 2020, 32’) che conduce il pubblico nel cuore della storia del cinema horror: un lavoro di found footage proietta in sincrono su due schermi diversi una selezione di spezzoni tratti dai principali titoli internazionali che hanno segnato l’evoluzione di questo genere.
Si continua con “Kala azar” (Paesi Bassi, Grecia, 2020, 91’), il primo lungometraggio dell’artista greca Janis Rafa, che racconta la vicenda di una coppia che lavora in un crematorio per animali recuperando carcasse trovate per strada, restituendo cura e affetto a questi corpi in un tentativo di riaccendere una luce su un paesaggio devastato dalla crisi economica e sociale.
Infine, l’ultimo titolo di questa edizione: “Keith Haring: Street Art Boy” di Ben Anthony (Regno Unito, 2020, 53’), un salto nella scena culturale newyorkese degli anni Ottanta, tra new wave, rap e graffiti.
Tutti gli appuntamenti del Teatrino sono comunicati e costantemente aggiornati sul sito di Palazzo Grassi alla voce “Eventi”. www.palazzograssi.it