Nella ricca selezione di opere che la Galleria Longari Arte di Milano presenterà alla 31ma Biennale Internazionale dell’Antiquariato di Firenze – dal 21 al 29 settembre 2019 a Palazzo Corsini – spicca un imponente tondo marmoreo di 105 cm di diametro raffigurante la Madonna col Bambino e San Giovannino di Benedetto da Maiano, un’opera fino ad ora completamente inedita e oggetto di un attento studio di attribuzione da parte di Francesco Caglioti nel saggio “Un tondo bozzato di Nostra Donna”, opera di Benedetto da Maiano, pubblicato sulla rivista Prospettiva, numero 167-168. Rinvenuto all’interno di una villa dell’antico contado fiorentino, il tondo è uno degli ultimi lavori di Benedetto da Maiano nella sfera della committenza privata, rimasto incompiuto a seguito della morte dell’artista nel 1497, e condotto a termine da una mano anonima negli anni trenta del ’500. Secondo Caglioti è questa un’opera fondamentale nella conoscenza del lavoro di uno tra i grandi artisti del Rinascimento fiorentino, “capomaestro insuperato della scultura fiorentina dell’ultimo quarto del Quattrocento, e apripista per tutti i migliori esponenti della Maniera Moderna nel suo stesso ambito, incluso Michelangelo”. Nel suo saggio Caglioti scrive: “La ‘Madonna’ è un altorilievo di dimensioni straordinarie per il suo formato rotondo e per essere intagliato in un solo blocco di marmo di Carrara (…) l’opera, in ottime condizioni, esibisce anche laute tracce delle antiche dorature, che servono a far risaltare alcuni tra i dettagli più ricercati della composizione: le aureole delle tre figure sacre, la croce del piccolo Battista, lo scollo della veste e gli orli delle maniche della Vergine, oltreché il cerchio interno che accoglie il gruppo sacro; nella cornice tutt’intorno, che simula una gloria celeste di otto serafini tra molte stelle a sei punte, le ali angeliche e gli stessi astri sono anch’essi dorati. La Vergine, rappresentata a mezza figura di tre quarti, indossa tradizionalmente una camicia, una veste e un mantello che le vela il capo, ed è rivolta verso la sinistra dello spettatore, adeguandosi al circolo con un taglio e un’attitudine che rinviano speditamente al cenotafio maianesco di Giotto in Santa Maria del Fiore a Firenze. Il Bambino è a figura intera, è avvolto in un drappo che gli protegge solo il pancino e le gambe, ed è assiso comodamente di tre quarti verso destra su un cuscino con nappe pendenti agli angoli, prezioso e boffice come quelli che si vedono nella ‘Madonna’ Liechtenstein-Kress della National Gallery of Art di Washington, in quella dell’arca-altare di Santa Fina nella Collegiata di San Gimignano, in quella dell’arca-altare di San Bartolo in Sant’Agostino della stessa città, o in quella del Metropolitan Museum of Art di New York, Blumenthal Collection Se la madre è tutta concentrata nella preghiera al figlio, questi si mostra a sua volta intento a fissare lo spettatore mentre tiene eretto sulla gamba sinistra, sfogliandone una pagina, un libriccino sacro: e il modo in cui il polso sinistro si adagia sul bordo superiore del piccolo tomo per bloccarlo delicatamente è quello stesso sfoggiato dalla ‘Sibilla Delfica’ nel suo oculo in alto a destra dell’altare Correale di Napoli. Dietro le spalle del Redentore il Battista fanciullo emerge a mezzo rilievo e a mezza figura, vestito della solita tunichetta di cammello o di pecora, mentre, anche lui di tre quarti verso la destra dell’osservatore, impugna con la destra un cartiglio anepigrafo svolazzante e con la sinistra un’alta e leggera croce astìle, i cui quattro bracci polilobati sono ripresi dall’oreficeria liturgica del tempo: una scelta formale, questa, la cui traduzione in marmo è stata costantemente cara a Benedetto da Maiano, come provano le due personificazioni della ‘Fede’ nel pulpito Mellini in Santa Croce a Firenze e nell’arca di San Bartolo, il San Giovannino nella ‘Madonna’ del Monte dei Paschi a Siena e il Bambino nella ‘Madonna’ dell’Arciconfraternita della Misericordia a Firenze (…)”. Leggi tutto