Uno straordinario disegno di Andrea Mantegna
Importanti arredi e dipinti antichi / Dipinti e sculture del XIX e XX secolo
Venerdì 8 e Sabato 9 Novembre: asta a Prato
L’opera di maggior importanza storica e artistica della vendita di antiquariato di Farsettiarte è uno straordinario foglio di Andrea Mantegna (Isola di Carturo – PD – 1431 – Mantova 1506).
Si tratta di due disegni a penna e inchiostro seppia su un foglio di carta grande 151×100 millimetri: sono due studi per una “Pietà” e raffigurano al recto il Compianto sul Cristo Morto e al verso la Pietà. La stima in catalogo è 140.000/220.000 Euro, collezione privata italiana.
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Questo foglio farebbe parte di un gruppo che la critica ha assegnato alla mano di Andrea Mantegna, in occasione della grande mostra sul pittore lombardo tenutasi nel 1992 alla Royal Academy of Arts di Londra e al Metropolitan Museum di New York.
L’opera qui presentata può essere confrontata stilisticamente con quella raffigurante la Deposizione al sepolcro, ora conservata alla Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia (inv. 147). I due fogli differiscono lievemente nelle misure (151×100 millimetri il nostro, 130×95 quello di Brescia), ma è assai probabile che appartengano allo stesso quaderno, poiché entrambi recano, nel margine superiore, un’iscrizione della stessa calligrafia: “31 Vol 1 Mantegna” il nostro e “37 Vol 1 Mantegna”, quello di Brescia. Inoltre corrispondono in modo simmetrico anche alcuni dei sei punti di incollaggio dei due fogli.
Nella scheda del catalogo della mostra del 1992, David Ekserdjian ha ricostruito la storia del foglio della Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia (già nella collezione Brozzoni), insieme a quella di altri due: uno del British Museum di Londra, raffigurante Cristo morto al recto e Sante donne in preghiera al verso (inv. 1909-4-6-1), l’altro della Galleria dell’Accademia di Venezia raffigurante la Pietà (inv. 115). Lo studioso ha inoltre confrontato questi disegni con l’incisione raffigurante la Deposizione con quattro uccelli, del 1465 circa, il cui disegno è stato attribuito a Mantegna (Bartsch, 1811, XIII, 228.2, n. 1).
Nel 1925 Detlev Freiherr von Halden scrisse il libro “Venezianische Zeichnungen des Quattrocento”, in cui attribuiva i fogli del Britisch Museum e della Pinacoteca Tosio Martinengo alla mano di Giovanni Bellini. Nel 1930, però, Kenneth Clark pubblicò un saggio sulla rivista “Burlington Magazine”, intitolato “Italian Drawings at Burlington House”, in cui sosteneva l’attribuzione a Mantegna. La sua tesi fu condivisa anche da Hans Tietze ed Erica Tietze-Conrat nel 1944 (“Drawings of the Venetian Painters”) e Johannes Wilde nel 1971 (“Corrigenda and Addenda to the Catalogue of Prints and Drawings at 56 Princes Gate”). Un attento e puntuale confronto permette di stabilire che il disegno qui presentato può essere considerato della stessa mano che ha eseguito quelli del British Museum e della Pinacoteca Tosio Martinengo e quindi opera di Andrea Mantegna.
Come scrive Marco Fagioli nella scheda del catalogo dell’asta, “il Compianto sul Cristo Morto è un disegno straordinario per l’arditezza della composizione e la forza delle linee. Nella parte superiore il Mantegna ha composto la scena scorciando il corpo nudo del Cristo in prospettiva accidentale, una variante rispetto alla prospettiva centrale del Cristo morto nella tela della Pinacoteca di Brera a Milano, che appare quasi in zoom fotografico, con le teste delle due Marie piangenti di profilo in alto. In questo disegno le tre Marie piangenti appaiono disposte dietro il Cristo e quella all’estrema sinistra, di profilo, ripete quasi nel gesto quella del dipinto di Brera. Si noti che in questo disegno, la accentuata valenza prospettica del corpo del Cristo è quasi sottolineata, in contrasto con la frontalità delle figure delle Marie, dal disegno delle loro aureole, cerchi che in prospettiva divengono ellissi. Nella parte inferiore del foglio Mantegna ha ripetuto la figura del Cristo in senso opposto a quella superiore, non sorretto dalle Marie, ma giacente solo, con la testa in direzione dell’osservatore, secondo un’idea di intensa drammaticità. Si deve sottolineare che la forza espressiva di queste due immagini del Cristo morto appare nettamente superiore a quella definita poi, più da lontano, nelle incisioni a stampa della “Deposizione con quattro uccelli” e nelle sue successive rielaborazioni ad opera di Giovanni Antonio da Brescia e del cosiddetto Maestro del 1515. (…) La Pietà, al verso del nostro foglio, segue l’idea compositiva classica dell’iconografia quattrocentesca, dell’impianto piramidale, sovente usato dal Mantegna in altre composizioni.”
SITO WEB: farsettiarte.it