Questo libro, “Theoria. Il divino oltre il dogma” (edito da Rubbettino, 2015), è frutto di un percorso di intensa ricerca dell’autore, Fabrizio Guarducci, il punto di approdo di un ragionamento che si scandisce su vari e differenti settori del sapere umano: dalla filosofia alla fisica, dalla musica alla cabala. L’autore rifugge i precetti di stampo dogmatico e attraverso la maieutica ha voluto stimolare un percorso personale di riavvicinamento al Divino, di ritorno alle origini, anche traendo spunto da esperienze significative del passato, come quella fornitaci dalla società catara, una società etica con un diffuso senso del bello e del divino, ma anche esperienze di singoli uomini e donne, Meister Eckhart, Margherita Porete o Simone Weil, esempi di mistici che avevano raggiunto un rapporto diretto con il Divino. L’obbiettivo di questo libro non è quello di parlare del divino, ma di farlo sentire. L’autore vuole indicarci una strada, che è quella di un altro linguaggio, per ritrovare il nostro principio spirituale, quella scintilla del divino che ancora esiste in noi, per quanto spesso dimenticata perché sepolta dal peso della materia e infine riscoprire noi stessi, il senso della vita e la profonda gioia che essa è in grado di darci se vissuta seguendo la via che conduce al Divino. Sarà necessario, per raggiungere tale scopo, liberarci dei pesi e dei dogmi che ci appesantiscono e ci hanno allontanati dalla purezza e semplicità originari, comprendendo come la spiritualità non vada confusa con la religiosità e quanto sia necessario vivere la vita di tutti i giorni nella consapevolezza dell’eterno. Tra l’altro è da evidenziare l’importanza rivestita in questa opera dalla musica, la cui armonia ci aiuta, oltre al distacco, nel passaggio dal linguaggio del corpo a quello energetico. Tutto questo però è un percorso di crescita interiore che dobbiamo fare noi stessi, senza seguire ricette precostituite, un percorso personale di cui l’autore traccia le tappe per quel che riguarda la sua esperienza. Fabrizio Guarducci ha insegnato Comunicazione presso il Dipartimento di Antropologia culturale dell’Istituto Internazionale Lorenzo de’ Medici. Le esperienze e gli studi, svolti specialmente tra antichi manoscritti, lo hanno convinto di quanto sia importante il ritorno al linguaggio originario, schivo di quei pesi dalle tossicità accumulate da anni di guerre, violenze, soprusi e dalle ingiustizie di tutti quelli che lo hanno utilizzato per esercitare potere. Riconquiestando l’originalità della parola è più facile sospendere quei pesi che ci impediscono di cogliere il Divino.Leggi tutto
E’, inoltre, autore e produttore cinematografico: “Paradigma italiano” (premiato al PhilaFilm, 1993) “Two days, il mio viaggio in Italia” (Golden Eagle, 2005).
Con Rubettino ha pubblicato “La parola ritrovata” (2013).