Le opere “monumentali” in carta installate in alcuni dei punti più suggestivi della città. Il centro storico di Lucca si trasforma in una galleria d’arte diffusa con le sculture di Lucca Biennale Cartasia. La Biennale è la manifestazione più importante al mondo dedicata alla paper art.
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Un itinerario per scoprire o riscoprire Lucca, la deliziosa città toscana cinta dalle celebri mura rinascimentali, nel segno dell’arte della carta. In questa estate 2024, infatti, torna Lucca Biennale Cartasia, un punto di riferimento mondiale quando si parla di carta, creatività, innovazione e design.
Sono passati venti anni dalla prima edizione della Biennale, che prosegue la sua avventura guardando al futuro, tra tradizione e innovazione in nome della paper art. Due le mostre: una indoor, ospitata nel bellissimo Palazzo Guinigi da poco restaurato e riaperto al pubblico, e la mostra outdoor, con sette installazioni realizzate in carta e cartone posizionate in alcuni dei più suggestivi scorci del centro storico. Sette opere realizzate da altrettanti artisti provenienti da tutto il mondo e che diventano nuovi punti di interesse per un’affascinante e sorprendente passeggiata attraverso il centro storico: dal biancore del marmo proprio del romanico ai mattoni rossi degli edifici medievali, passando per la maestosità degli edifici rinascimentali e di quelli ottocenteschi.
Si parte dalla bellissima piazza San Michele, l’antico foro romano della città, sulle rovine del quale è stata costruita la chiesa dedicata all’omonimo santo, dall’inconfondibile stile romanico di richiamo pisano. Qui si incontra la prima opere “monumentale” di Lucca Biennale Cartasia, quella realizzata dall’americano Michael Stutz e intitolata “Inverted world”: è la rappresentazione di un mondo capovolto e dominato dalla tecnologia nel quale l’animale umano lotta per avere visione e attenzione. Questa opera consente di passare attraverso i due volti che la compongono. Stutz nel 2016 a LuBiCa seppe stupire il pubblico con “Hoodie”, un uomo che indossa una felpa con cappuccio, successivamente esposta sotto il baluardo urbano di San Martino e che resta tra le opere più iconiche della Biennale, condivisa da migliaia di persone su Instagram.
Proseguendo per l’antico “decumano” della Lucca romana, le attuali via Roma e via Santa Croce, si prosegue fino a porta San Gervasio, una delle due porte rimaste della cinta muraria medievale e inglobate poi nel centro città. Qui troviamo “Datamorphosis” della polacca Katarzyna Łyszkowska. Anche quest’opera ci invita a una riflessione tra reale e digitale, mettendo alla prova la nostra attenzione e l’impatto della realtà virtuale sulle nostre vite. Piccola suggestione: è possibile vedersi riflessi camminando sotto l’opera.
Girando a sinistra e seguendo la sempre suggestiva via del Fosso, si arriva in breve tempo a un’altra bellissima piazza, San Francesco, che si apre davanti alla chiesa dedicata al santo con il complesso annesso dell’ex convento. Oggi sede della Scuola IMT Alti Studi Lucca, i chiostri meravigliosamente recuperati rimangono visitabili. In piazza ha trovato posto “Dream”, dell’artista brasiliana Rosane Viegas. Un’opera quasi “eterea” che ci stimola a pianificare il presente per plasmare il nostro futuro.
Seguendo le indicazioni per via Fillungo, la via dello shopping, o per l’incantevole piazza Anfiteatro, che sorge sull’antico anfiteatro romano (del quale si vede ancora bene la struttura inglobata dalle case) si giunge in piazza San Frediano, dove è stata installata “La rivolta del mondo selvaggio”, realizzata dal duo XL Do Studio Neps: un grido di allarme contro lo sfruttamento delle risorse naturali e un incitamento al rispetto e alla protezione degli animali. Anche queste due artiste arrivano dal Brasile. Alle spalle della statua, l’inconfondibile basilica, uno dei luoghi di culto più antichi di Lucca, sovrastata dal celebre mosaico del XIII secolo.
Ancora un tratto di via Fillungo e poi, imboccando via Mordini, si raggiunge il Mercato del Carmine, il mercato centrale di Lucca ora in fase di ristrutturazione. All’interno, nella parte che per settimane è stata il laboratorio in cui le statue di Lucca Biennale Cartasia sono lentamente venute alla luce, la coppia formata da Alex Lidagovsky e Dasha ha realizzato “Swallow’s flight”, che rappresenta il viaggio umano attraverso il tempo, bilanciando passato, presente e futuro.
Il nostro tour prosegue per arrivare in pochi passi all’ombra del simbolo della città, quella Torre Guinigi alla cui sommità si trova un giardino con quattro lecci e dal quale si gode di una grandiosa vista a 360° su Lucca. Qui, nel giardino di Palazzo Guinigi, troviamo “The leap of desire: the quest of the squirrel” del francese Joanatan Bessaci, un colorato scoiattolo di cartone che spicca un salto verso i suoi desideri, evocando il delicato equilibrio tra quello che si desidera e quello che siamo e ci dà stabilità.
Sotto al loggiato del palazzo medievale, c’è anche “Giano” dell’italiana Chantal Maiorano, che si è ispirata al mito di Giano bifronte per invitare a riflettere sull’identità, la propria e quella degli altri. Entrando nel giardino o dalla mostra è possibile vedersi riflessi negli specchi che rappresentano, da un lato, il presente e dall’altro il futuro.
L’itinerario si conclude al secondo e al terzo piano del palazzo, dove è allestita e visitabile la ricchissima mostra indoor di LuBiCa. Qui sono esposte 200 opere realizzate dagli oltre 40 artisti provenienti dai cinque continenti. L’ingresso prevede un biglietto, acquistabile in loco o sul circuito Vivaticket. È possibile anche acquistare, online o in sede, un biglietto cumulativo per visitare la mostra e salire sulla torre.