L’ultima lezione del ciclo autunnale 2023 de le “brevissime”, ospitato dalla Gipsoteca di Porta Romana, sarà giovedì 7 dicembre ore 18.45 con ANDREA G. DE MARCHI che parlerà de IL DIVORZIO TRA PITTURA E SCULTURA.
Sul sito https://www.brevissime.org è aperta la campagna di iscrizioni per diventare soci e sostenere così il progetto.
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Il ciclo di di questa quarta stagione di BREVISSIME è ruotato intorno all’idea, alla funzione e alla pratica della scultura, esplorando epoche dall’età antica al Novecento. L’argomento è stato affrontato da punti di vista differenti con le lezioni di Cristina Acidini sulle colpe della scultura e sul David di Michelangelo; di Mario Iozzo sulla nascita della grande statuaria greca e il suo intrecciarsi con il mito; di Enrico Morteo sulla luce e il buio nel design; di Anna Anguissola sui sarcofagi romani. Si conclude con Andrea G. De Marchi sul rapporto, prima armonico e poi dissonante, del colore tra scultura e pittura.
La pittura e la scultura nel mondo greco-romano avevano un rapporto armonico, templi e statue erano colorate. Eppure, proprio nel momento della rievocazione rinascimentale di quel periodo, la visione di quell’eredità è stata sbiancata.
Questa scissione – che tende a separare le due discipline e a decolorare la scultura, perché più legata a una certa idea dell’Antico – si è perpetuata all’ombra di visioni estetiche diverse. Conferma di questo andamento, è l’importante raccolta di gessi ospitata nei locali della Gipsoteca di Porta Romana in cui si svolge questa nuova stagione di conferenze, centrata su angolazioni originali di varie epoche, completamente monocolore.
Andrea De Marchi è nato a Roma nel 1960, e qui ha preso alcuni titoli universitari, prima di un PhD a Losanna, ma ha imparato gran parte di quel che sa da Federico Zeri, con cui ha collaborato per quasi un decennio. Ha sempre abbinato la filologia alladi conoscenza concreta del corpo delle opere, giungendo a inventare e brevettare un sistema di conservazione per tavole dipinte. Ha pubblicato molti lavori su aspetti della pittura italiana medievale e moderna fra i secoli XIV e XIX, nonché su problemi tecnici e critici del restauro e della falsificazione. Ha diretto per tredici anni la Galleria Doria Pamphilj (Roma).