Si è conclusa con un grande successo di pubblico e grande empatia la 14° edizione di Middle East Now, a Firenze dal 10 al 15 ottobre 2023, con sale piene tutte le sere. Un’edizione piena di emozioni, che ha ribadito con forza l’importanza di conoscere e approfondire attraverso il cinema, i documentari, l’arte, gli incontri con gli ospiti arrivati a Firenze la complessità del Medio Oriente, in un momento drammatico come quello attuale.
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Un’edizione di Middle East Now piena di emozioni e con una grandissima partecipazione di pubblico si è conclusa ieri sera, per il festival che si è svolto a Firenze dal 10 al 15 ottobre 2023 al Cinema La Compagnia, al Cinema Astra, al Museo Novecento, alla Scuola Cordon Bleu e sulla piattaforma online PiùCompagnia /MyMovies.
Un ricco programma – seguito da un pubblico numeroso appassionato e attento, con sale affollate nelle proiezioni serali, pomeridiane e nelle matinée – con 35 film in anteprima (italiana, europea, internazionale) premiati nei migliori festival internazionali e provenienti da tanti paesi dell’area mediorientale (Palestina, Libano, Iran, Siria, Egitto, Afghanistan, Israele, Algeria, Marocco, Tunisia, Arabia Saudita, Turchia, Emirati Arabi, Giordania), oltre a food, incontri, dibattiti e progetti culturali.
Il festival internazionale, che da sempre si distingue per una forte attenzione all’attualità e agli aspetti più innovativi delle culture e delle società del Medio Oriente contemporaneo che oggi più che mai hanno bisogno di essere approfonditi e capiti per andare oltre i luoghi comuni con cui spesso vengono rappresentati. Un appuntamento per conoscere e capire la complessità della storia del Medio Oriente attraverso il cinema, i documentari, l’arte, gli incontri con registi e ospiti invitati a Firenze a presentare i film e ad approfondirli con il pubblico in sala.
“Un’edizione bellissima quanto difficile – dicono i fondatori e direttori del festival Lisa Chiari e Roberto Ruta – abbiamo sentito forte il rischio di banalizzare i contenuti del Festival in un momento così delicato, ma abbiamo deciso con determinazione di parlare al nostro pubblico come abbiamo sempre fatto in questi ultimi 14 anni, portando storie con cui confrontarsi e attraverso le quali cercare di capire di più. La cultura, l’arte, il cinema devono rimanere sempre liberi e strumenti con cui andare oltre la politica e le divisioni. Il festival come progetto culturale è uno strumento di conoscenza e approfondimento in questo momento ancora più importanti per creare un dialogo e cercare di essere un ponte che unisce”.
La giornata di chiusura al Cinema La Compagnia, dopo l’intenso incontro nel pomeriggio con il maestro iraniano Mohsen Makhmalbaf, ha visto una serata finale sold out con la presentazione del film “Bye Bye Tiberias” di Lina Soualem – protagonista la madre della regista, la grande attrice palestinese Hiam Abbas – e con l’assegnazione dei premi 2023.
Ecco tutti i film vincitori e le motivazioni:
_ “Middle East Now Audience Award 2023”, miglior film votato dal pubblico a A GAZA WEEKEND (Palestina, Regno Unito, 2022) di Basil Khalil primo lungometraggio del regista palestinese-britannico, che ha debuttato al Toronto Film Festival vincendo il premio FIPRESCI della stampa internazionale. Un film che ha conquistato il pubblico che ha potuto “vivere” Gaza e lo spirito dei suoi abitanti sotto un altro punto di vista, quello di una storia di fiction realizzata con i toni della commedia.
_ “Premio Cinema Iran-Afghanistan Felicetta Ferraro 2023” a THE ETILAAT ROZ (Afghanistan, 2022) di Abbas Rezaie documentario che ha immerso il pubblico nella sede di Etilaat Roz, il più importante quotidiano indipendente afgano all’indomani del ritorno dei talebani nel 2021. “Per il valore di preziosa e insostituibile testimonianza con cui il film ripercorre il dramma personale e collettivo dello staff di giornalisti di una redazione che, all’indomani del ritorno al potere dei talebani, è costretta a prendere atto dello sgretolarsi delle condizioni minime di libertà per operare e offrire un servizio al paese. Dietro la “bandiera bianca” issata prima della fuga all’estero di buona parte del personale di Etilaat Roz emerge la dignità di uomini e donne che hanno scritto pagine importanti della storia dell’Afghanistan che nessuno, neanche con la forza, potrà cancellare.
_ “Premio Best OFF” al miglior cortometraggio d’autore conferito da OFF Cinema a FATHERLAND (Danimarca, UK, Siria) di Benjamin Kodboel “che cattura splendidamente le idiosincrasie e l’assurda angoscia del processo di asilo per una famiglia di profughi siriani in Danimarca. Un racconto umanizzante, senza cadere nel melenso, che offre un urgente e lucido sguardo su un’Europa piena di promesse e allo stesso tempo sempre meno empatica nei confronti di percorsi migratori”.
Inoltre, OFF Cinema ha assegnato il “Best OFF Special Mention” ad un film etnografico carico di poesia e bellezza, THE RETURN di Fatemeh Marzbani (Kurdistan, Iran, 2023), “che cattura la quotidianità di Ata Tazik, un ex contrabbandiere diventato pescatore, con uno sguardo che non cerca né di spiegare né di giudicare, ma semplicemente ci mostra una realtà racchiusa nelle frasi finali del film: il mondo in cui viviamo è pieno di meraviglie, se lo vogliamo conoscere più a fondo, un buon modo di farlo è semplicemente osservarlo”.
_ “BEST SHORT” Staff Award 2023 al miglior corto assegnato dallo staff del festival a YELLOW (Afghanistan, UK, 2023) di Elham Ehsas “Per la portata emotiva e culturale dell’incontro che avviene tra i due protagonisti. Per il valore che viene attribuito ai colori, per esprimere emancipazione e libertà di espressione, per la rappresentazione così delicata e poetica di una tradizione che opprime e divide (il portare il velo), per la sensibilità e la vicinanza che l’altro genere (ovvero quello maschile) riesce ad esprimere attraverso un semplice sguardo o gesto, per trattare di un dramma con profonda poesia”.
La mostra LANDING del fotografo e skater palestinese Maen Hammad, curata da Roï Saade, aperta al pubblico il 14 ottobre al Museo Novecento di Firenze, rimane visitabile fino al 29 novembre. La mostra racconta la scena e la cultura dello skateboard in Palestina, ed è il risultato di un progetto a lungo termine del fotografo Maen Hammad, che per otto anni ha seguito e documentato la vita di un gruppo di skater, e assieme a loro ha documentato cosa significhi per loro il praticare lo skateboard in Palestina. “Un progetto bellissimo che racconta tanto dei giovani palestinesi, e di come per alcuni di loro andare in skateboard rappresenti una forma di evasione e di ricerca di libertà - aggiungono Lisa Chiari e Roberto Ruta, direttori del festival - E’ un progetto che abbiamo fortemente voluto e che sentiamo molto vicino anche agli obiettivi stessi del nostro festival: di creare informazione, conoscenza, dialogo attraverso l’arte, la fotografia, che devono rimanere sempre libere da ogni posizione e condizionamento politico, soprattutto in momenti difficili e tristi come quello che stiamo vivendo”.
Molto partecipati anche gli incontri, le presentazioni e i Festival Talk – Il Punto delle 19.30, con tanti ospiti d’eccezione al Cinema La Compagnia.
Grande successo anche per l’appuntamento con l’ospite speciale del programma food, la chef e autrice di origini iraniane Saghar Setareh, che ha presentato il suo libro da poco uscito “Melograni e Carciofi. Ricette e ricordi di un viaggio dall’Iran all’Italia” e tenuto una seguitissima cooking demonstration alla Scuola d’Arte Culinaria Cordon Bleu.