Si è conclusa con successo la XIII edizione dello Schermo dell’arte – Festival di cinema e arte contemporanea, che si è tenuto dal 10 al 14 novembre 2020 con oltre 40 film di artisti e documentari in streaming sulla piattaforma “Più Compagnia” in collaborazione con MyMovies.it. Il programm ha incluso anche conversazioni con artisti e curatori in collegamento live trasmesse sui profili facebook di Schermo dell’arte, Manifattura Tabacchi e sulla piattaforma MyMovies.
I film hanno raggiunto 17.302 visualizzazioni da utenti unici da tutta Italia, di cui ben oltre la metà da fuori Regione, con un totale di 1829 abbonamenti venduti. In questo difficile 2020, Lo schermo dell’arte ha “reagito” perché più che sopportare una condizione avversa, ha risposto con scelte consapevoli. Oltre agli oltre 40 film in streaming, il programma ha offerto un’ampia proposta di momenti di approfondimento con i Festival Talks, eventi trasmessi live con conversazioni e tavole rotonde con artisti e curatori perché confrontarsi e lavorare insieme è questione essenziale. Il set appositamente costruito sul palco del Cinema La Compagnia ha ospitato le conversazioni streaming di Flatform con Silvia Lucchesi, Anna Franceschini con Milovan Farronato, degli artisti di Mascarilla 19 Adrian Paci, MASBEDO, Elena Mazzi e Silvia Giambrone con i curatori del progetto Paola Ugolini, Alessandro Rabottini, Leonardo Bigazzi, di Riccardo Benassi con Andrea Lissoni. Inoltre in streaming live si sono tenute la conversazione del duo curatoriale Francesco Urbano Ragazzi con il fondatore di Ubu Web Kenneth Goldsmith e la tavola rotonda “Commissioning Artists’ Moving Images” a cui hanno partecipato Beatrice Bulgari, Han Nefkens e Mason Leaver-Yap. La XIII edizione ha dedicato un grande spazio al cinema d’artista, con opere che ben rappresentano il momento difficile che stiamo vivendo, a partire dalla sigla del Festival dell’artista Kasia Fudakowski che inquadra un uomo mentre cammina in equilibrio precario; Haunting realizzato dall’artista newyorchese John Menick durante il lockdown è una risposta al momento nel quale lo spazio domestico si è trasformato per molti in un luogo inquietante; il tema della violenza domestica e del suo acuirsi nel contesto attuale della pandemia e delle conseguenti misure di contenimento sociale è al centro di MASCARILLA 19, progetto della Fondazione In Between Art Film a cura di Leonardo Bigazzi, Alessandro Rabottini e Paola Ugolini, che riunisce otto corti realizzati da Iván Argote, Silvia Giambrone, Eva Giolo, Basir Mahmood, MASBEDO, Elena Mazzi, Adrian Paci, Janis Rafa. Da sempre i temi dell’oggi sono al centro dell’interesse degli artisti: il disastro ambientale in Becoming Alluvium di Thao Nguyen Phan con il fiume Mekong che attraversa sei nazioni e rifornisce di acqua numerosissimi allevamenti di pesci e risaie in Asia; l’attenzione all’ambiente nel film History of a Tree dell’artista collettivo Flatform; storie marginali ed emarginate come quella di Janis Rafa in Kala azar, film incentrato sulla vita di una giovane coppia che lavora in un crematorio per animali recuperando le carcasse trovate lungo la strada; la riflessione sull’uso del medium e della tecnologia con l’essay film Phonemenology di Riccardo Benassi in cui oggetti, animazioni in 3D e numerose parti testuali compaiono sullo schermo a più livelli in un continuo cambio di ambientazione. E ancora la rappresentazione della cultura ebraica, i suoi dubbi e le sue contraddizioni con i film De Oylem iz a gyolem di Omer Fast, una figurazione della relazione tra l’umano e il sovrannaturale nel quale lo spettatore si trova a riflettere sulla propria sfera di credenze e Three Works for Piano, in cui l’artista israeliano Dani Gal rimette in scena tre celebri episodi della storia della musica d’avanguardia, alternandoli con le parole di un soldato israeliano sulla violenza contro i manifestanti palestinesi per creare una riflessione sulla relazione tra testimonianza, silenzio, e ascolto. Ma anche la voce di chi sta dall’altra parte del muro con letter to a friend dell’artista palestinese Emily Jacir che vive a Betlemme, in un’area in cui l’intervento edilizio e militare di Israele ha sconvolto completamente la geografia e la vita dei suoi abitanti. Tra le numerose anteprime proposte Sandlines, film di apertura del Festival, del belga Francis Alÿs. Girato in un remoto villaggio nella provincia di Nineveh, in Iraq, protagonisti sono un gruppo di bambini che, come in un gioco di ruolo, interpretano personaggi che hanno segnato un secolo di storia del proprio paese. Nonostante gli avvenimenti drammatici che hanno devastato la loro terra, essi sembrano conservare spensieratezza e innocenza mentre giocano tra le dune del deserto. Ampio spazio anche ai tradizionali documentari tra cui quelli dedicati a JR, autore di celebri progetti di arte pubblica e all’architetto Alvar Aalto e alla prima moglie Aino, coppia che con le loro iconiche creazioni ha definito il segno del sign scandinavo; il ritratto del controverso artista Jordan Wolfson le cui opere inquietanti e provocatorie suscitano reazioni estreme; il ritratto di Keith Haring che ripercorre la sua vita e la sua opera attraverso alcuni filmati inediti provenienti dagli archivi della Haring Foundation; il film di Simone Manetti su Pippa Bacca che, attraverso le testimonianze della famiglia e delle immagini video della sua ultima performance Brides on Tour, ricostruisce la tragica vicenda dell’artista milanese uccisa in Turchia il 31 marzo 2008. Nel contesto della collaborazione con GUCCI, main sponsor di questa edizione, è stato presentato al Gucci Garden Around Coexistence, un programma di film d’artista a cura di Leonardo Bigazzi che esplora le complesse dinamiche che regolano la coesistenza tra uomo e regno animale. Utilizzando modelli di rappresentazione spesso ironici o surreali, le opere selezionate indagano il valore allegorico e simbolico degli animali nella cultura contemporanea e le conseguenze e i rischi delle radicali trasformazioni che l’uomo ha operato nell’ambiente naturale. Un’occasione di riflessione sulle affinità tra comportamento umano e animale e sulla necessità di rafforzare la nostra coscienza ecologica. Nel corso del programma, ad oggi sospeso per la chiusura dei musei, saranno presentati 4 film di Allora & Calzadilla, Basim Magdy, Alice dos Reis e Oliver Laric. Jonas Brinker, Claudia Claremi, Helen Anna Flanagan, Valentina Furian, Megan-Leigh Heilig, Marcin Liminowicz, Edson Luli, Olena Newkryta, Ghita Skali, Peter Spanjer, Emilia Tapprest, Tora Wallander sono i 12 partecipanti del progetto di ricerca e residenza VISIO-European Programme on Artists’ Moving Images, curato da Leonardo Bigazzi e dedicato alla promozione e al sostegno della giovane generazione di artisti che lavorano con le immagini in movimento. Selezionati tra centinaia di candidature arrivate da 33 diverse nazionalità, saranno i protagonisti della mostra Resisting the Trouble – Moving Images in Times of Crisis co-prodotta da Lo schermo dell’arte con NAM Not a Museum, il programma di arte contemporanea di Manifattura Tabacchi. Già interamente installata, la sua apertura è stata posticipata a quando le condizioni sanitarie lo permetteranno. Il VISIO Young Talent Acquisition Prize, che consiste nell’acquisizione di un’opera da parte della Seven Gravity Collection, collezione privata italiana interamente dedicata alle opere video di artisti contemporanei, è stato assegnato a Helen Anne Flanagan per il video Gestures of Collapse (2019), con la seguente motivazione: “Sappiamo che l’agire umano e l’inconscio collettivo sono impattati da ciò che i media incanalano verso le nostre coscienze. La pandemia in corso si propaga nei corpi per contagio fisico, mentre si diffonde nelle menti e nelle anime per le vie più disparate, dal passaparola alle comunicazioni ufficiali, in una grande narrazione multiforme di cui il tempo dirà l’effetto sulla psiche individuale e collettiva. L’opera che scegliamo tratta con grande sicurezza espressiva e allo stesso tempo con ironia questo tema.”.
“Siamo molto soddisfatti di questa edizione on line dello Schermo dell’arte nell’anno che tutti ricorderemo come il più incerto e difficile. E’ stata un’esperienza di lavoro straordinariamente nuova dalla quale abbiamo imparato tanto, in cui la velocità di reazione alla situazione fluida e inaspettata di questi mesi non ha mai fatto venire meno la riflessione sui contenuti e sulle pratiche dell’arte che rimangono l’elemento centrale della nostra proposta culturale. E se il Festival è un momento insostituibile di condivisione, un’occasione in cui si intrecciano aggregazione sociale e arricchimento personale, la modalità di visione e di partecipazione in rete ha permesso un’ampia diffusione e accessibilità del programma in tutta Italia. Il prossimo appuntamento de Lo schermo dell’arte è con la mostra Resisting the Trouble Moving Images in Times of Crisis con le opere dei 12 giovani artisti selezionati per il progetto VISIO, che sarà visitabile alla Manifattura Tabacchi appena le condizioni lo renderanno possibile. Il sostegno alla giovane generazione di artisti ha sempre rappresentato un momento importante dell’azione dello Schermo dell’arte. Oggi essi sono certamente l’anello più debole e meno tutelato del sistema dell’arte, i più colpiti dalla interruzione delle attività culturali ed espositive” dichiara la direttrice Silvia Lucchesi.Leggi tutto
Le registrazioni sono disponibili sul sito de Lo schermo dell’arte http://www.schermodellarte.org/live-events-2020/.
Ai partecipanti di questa edizione è stato dedicato anche un ampio programma di oltre 40 incontri on line tra seminari, mentoring sessions e conversazioni ai quali hanno preso parte artisti, collezionisti e curatori come Beatrice Bulgari, Irene Campolmi, Stefano Collicelli Cagol, Adrienne Drake, Omer Fast, Simone Frangi, Ilaria Gianni, João Laia, Mason Leaver-Yap, Marta Papini, Alessandro Rabottini, Janis Rafa, Alberta Romano, Hilde Teerlinck, Ana Teixeira Pinto, Francesco Urbano Ragazzi.