Annunciati i vincitori: La giuria composta da Andrea Lissoni, direttore artistico Haus Der Kunst, Monaco di Baviera; Sarah Cosulich, direttore artistico La Quadriennale di Roma; Lorenzo Giusti, direttore GAMeC di Bergamo; Lucrezia Calabrò Visconti, curatrice indipendente e Leonardo Bigazzi, curatore Lo schermo dell’arte e Artists’ Film Italia Recovery Fund, hanno selezionato Roberto Fassone, Beatrice Favaretto, Riccardo Giacconi, Caterina Erica Shanta come vincitori del bando di produzione Artists’ Film Italia Recovery Fund, finanziato con 27.000 euro attraverso una campagna di crowdfunding.I progetti dei 4 giovani artisti italiani sono stati selezionati tra le 70 domande di partecipazione ricevute e saranno finanziati con l’intera somma raccolta.
“Le opere sono state selezionate per la qualità e l’originalità delle proposte, per l’urgenza dei temi trattati e per la coerenza con il percorso e la pratica di ciascun artista. È stata inoltre premiata la natura collaborativa dei progetti, tutti proposti in partnership con altre istituzioni o generati da processi cinematografici collettivi. Le opere premiate riflettono sul potenziale generativo dell’arte, quanto mai necessario per aiutarci ad affrontare un momento di crisi come quello attuale” - Motivazioni della Giuria
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Il progetto Artists’ Film Italia Recovery Fund, promosso dallo Schermo dell’arte e ideato e curato da Leonardo Bigazzi, è nato per supportare gli artisti in questa fase difficile dovuta alla pandemia del COVID-19, dimostrando che l’unico modo per reagire alla crisi è quello di fare sistema attraverso un modello di collaborazione trasversale tra istituzioni, curatori e collezionisti che hanno aderito con entusiasmo e generosità alla iniziativa. Artists’ Film Italia Recovery Fund è realizzato anche grazie al contributo diFondazione CR Firenze nell’ambito di “PARTECIPAZIONE CULTURALE”
Leonardo Bigazzi e Il team de Lo schermo dell’arte lavoreranno a stretto contatto con gli artisti vincitori offrendogli tutto il supporto produttivo necessario. Le opere vincitrici saranno presentate allo Schermo dell’arte Film Festival nel novembre 2021 e in istituzioni e Festival nazionali e internazionali. Un’edizione d’artista di ciascuna opera prodotta sarà donata alla collezione permanente della GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo. Una scelta che, oltre a incrementare il patrimonio pubblico italiano, supporta un’istituzione del territorio con il più alto numero di vittime causate dal virus nel nostro paese.http://www.schermodellarte.org/artists-film-italia-recovery-fund/
Ecco i progetti vincitori:
Vulcano forgia lo scudo di Achille (working title) di Roberto Fassone, è un’installazione video a due canali della durata di ventuno minuti, suddivisa in sedici brevi capitoli. I ventuno minuti sono equivalenti alla durata di Un Chien Andalou, cortometraggio surrealista diretto da Luis Bunuel nel 1929; i 16 capitoli sono invece legati alla struttura di High Priests, testo cardine della cultura psichedelica, scritto da Timothy Leary nel 1968 e suddiviso in 16 trip. L’opera condensa citazioni cinematografiche e letterarie che ne esemplificano la natura allucinogena e surreale. Il materiale utilizzato è di diversa natura: estratti da pellicole cinematografiche, animazioni, video scaricati da youtube, video stock, testo e archivi personali. Una lista di idee che può essere continuamente aggiornata, la metafora di una mente alla ricerca di un significato o di un canale espressivo.
The Pornographer di Beatrice Favaretto, è un film che nasce all’interno della scena postporno berlinese e indaga la figura della regista Emy Fem, sexworker, attivista trans femminista, che da anni si dedica alla creazione di film, documentari e performance finalizzati alla naturalizzazione della sessualità e alla difesa dei diritti dei Sexworker. The Pornographer entra nei set della sua ultima creazione Oily Fingers prodotto postporno DIY (Doityourself porn), girato tra Dresda e Lipsia in cui l’artista ha collaborato come primo operatore. L’intera opera si focalizza sulla seduzione di questa figura che si fa strumento di creazione instaurando rapporti complementari e di dialogo con i suoi attori al fine di mostrarne tutta la loro controversa bellezza.
Il film Diteggiatura di Riccardo Giacconi, racconta la realtà della Compagnia Carlo Colla & Figli, la più grande e antica compagnia marionettistica d’Europa, indagando le possibili relazioni tra l’arte dell’animazione di oggetti tramite fili e gli sviluppi della ricerca contemporanea sulla robotica e sull’intelligenza artificiale.
Il film è realizzato in collaborazione con Andrea Morbio e la Compagnia Marionettistica Carlo Colla & Figli e prodotto da Slingshot Films.
Talking About Visibility di Caterina Erica Shanta, riflette sul potenziale delle memorie in diaspora e sul processo di perdita, e successiva riappropriazione, dei propri punti di riferimento visuali e dell’immaginario ad essi connessi. Il film sarà il risultato del laboratorio di cinema collettivo che l’artista realizzerà a settembre 2020 con un gruppo operativo estremamente eterogeo – richiedenti asilo, in attesa di permesso di soggiorno, rifugiati, migranti – residenti nella città di Torino. Un atto di immaginazione collettivo, una sperimentazione cinematografica di sovvertimento dello spazio pubblico, attraverso una riconfigurazione delle storie in esso inscritte.
Il laboratorio sarà realizzato grazie al premio di residenza “Torino Social Impact Art Award”, promosso da Torino Social Impact, ideato e curato da Artissima, in collaborazione con Combo e con il supporto della Fondazione Compagnia di San Paolo.
Lo schermo dell’arte, promotore del progetto Artists’ Film Italia Recovery Fund
Fondato a Firenze nel 2008, Lo schermo dell’arte è un progetto unico in Italia dedicato a esplorare e promuovere le relazioni tra cinema e arte contemporanea. Si sviluppa nel corso dell’anno con anteprime, eventi speciali, mostre, progetti di produzione, distribuzione e formazione. Nei suoi dodici anni di attività ha lavorato con oltre 300 tra artisti e registi e più di 50 istituzioni di tutto il mondo. Grazie al suo archivio di oltre 1000 titoli, Lo schermo dell’arte organizza regolarmente programmi di film d’artista e sull’arte contemporanea. La campagna riflette uno degli obiettivi centrali dell’attività dello Schermo dell’arte: la promozione e il sostegno delle giovani generazioni di artisti. Progetti come VISIO European Programme on Artists’ Moving Images (2012-) e Feature Expanded (2015-) hanno reso Lo schermo dell’arte una piattaforma di confronto e di ricerca riconosciuta sul piano internazionale.
Lo schermo dell’arte è sostenuto da Regione Toscana, Comune di Firenze e Fondazione CR Firenze.
www.schermodellarte.org
BIO ARTISTI VINCITORI:
Roberto Fassone (1986) vive e lavora tra Firenze e Pol Sesanne. La sua ricerca si concentra sulle strutture creative, sul rapporto tra gioco e performance, sulla differenza tra storia e aneddoto, sui gesti spontanei e su come spostare nel tempo il surrealismo. A oggi, venerdì 24 luglio 2020, il suo artista preferito è Shimabuku. Negli ultimi anni Fassone ha esposto e performato il suo lavoro presso istituzioni italiane e internazionali, tra le quali: Quadriennale di Roma; Japan Media Arts Festival, Tokyo; MAMbo, Bologna; Fanta-MLN, Milano; OGR, Torino; MOCAK, Krakow; Centrale Fies, Dro; Carroll / Fletcher, Londra; AOYS (online), Zkm, Karlsruhe; Mart, Rovereto; Castello di Rivoli, Torino; Civitella Ranieri Foundation. Nel 2019 ha co-curato con l’artista e performer Kasia Fudakowski Lo scherzo dell’arte, un film festival performativo all’interno del più conosciuto Lo schermo dell’arte. Sempre nel 2019 ha vinto il bando IMAGONIRMIA, fondando a Modena Ovest Il Museo del tempo perso; è inoltre co-fondatore dello spazio di ricerca Estuario. Dal 2012 ha sviluppato un’intensa attività di workshop dedicati all’implementazione del pensiero laterale e creativo in collaborazione con musei (Zkm, Karlsruhe; MA*GA, Gallarate), istituzioni artistiche (Hangar Bicocca, Milano; OGR, Torino) e scuole (MADE Program Accademia di Belle Arti Siracusa; ISD, Dusseldorf).
Beatrice Favaretto (1992) nasce a Venezia. Nel 2013 si Laurea presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia, nel 2018 ottiene una laurea specialistica in Nuove Tecnologie per l’arte – Cinema e Video Arte presso l’Accademia di Belle Arti di Brera. Pur utilizzando il video come primario strumento d’indagine, Beatrice sviluppa le sue ricerche attraversando diversi linguaggi al fine di esplorare concetti fondamentali per l’essere umano. Immagini d’archivio e differenti formati video vengono esasperati fino a diventare strumenti di riflessione su tematiche come amore, memoria, morte e sessualità.
Nel 2019/20 è stata borsista a Castro Projects a Roma, tra le mostre collettive recenti: Indistinti Confini, Cinema Giorgione, Venezia (2019); Premio Francesco Fabbri per l’arte contemporanea, Villa Brandolini Pieve di Soligo (2018); Diaspora, Chiesa di San Carlo (RE), Reggio Emilia (2018). Attualmente vive e lavora a Roma.
Riccardo Giacconi ha studiato arti visive presso l’Università IUAV di Venezia e ha ottenuto un PhD presso l’Università di Leiden. Il suo lavoro è stato presentato in numerose esposizioni, presso Grazer Kunstverein (Graz), ar/ge kunst (Bolzano), MAC (Belfast), WUK Kunsthalle Exnergasse (Vienna), FRAC Champagne-Ardenne (Francia), tranzitdisplay (Praga), Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (Torino) e nella International Biennale for Young Art di Mosca. E’ stato artista in residenza presso Künstlerhaus Büchsenhausen (Innsbruck, Austria), Centre international d’art et du paysage (Vassivière, Francia), Lugar a Dudas (Cali, Colombia), La Box (Bourges,Francia) e MACRO – Museo d’arte contemporanea di Roma. Nel 2016 ha ricevuto il premio di produzione video ArteVisione, a cura di Sky Arte e Careof. Ha presentato i suoi film in diversi festival, fra cui il New York Film Festival, l’International Film Festival Rotterdam, l’IDFA, la Mostra del Cinema di Venezia, Visions du Réel, il Torino Film Festival e il FID Marseille, dove ha vinto il Grand Prix della competizione internazionale nel 2015. Nel 2007 ha co-fondato il collettivo Blauer Hase con cui cura la pubblicazione periodica Paesaggio e il festival Helicotrema. Collabora con il programma Tre Soldi di RAI Radio3 e insegna video e radio a SciencesPo, Parigi-Reims.
Caterina Erica Shanta (n. 1986, Germania) è artista visiva che vive e lavora tra Pordenone e Venezia, Italia. Nel 2014 consegue la Laurea Magistrale in Arti Visive presso lo IUAV di Venezia con una tesi sulle interferenze tra cinema documentario e arte contemporanea. Lavora principalmente nel campo delle immagini in movimento, con particolare attenzione alle immagini provenienti da archivi e realizzate da altri, per esplorarne le modalità di produzione in relazione a particolari contesti, spesso traumatici o non raccontati. Attraverso i suo film indaga la ridefinizione linguistica propria del cinema documentario integrando spesso aspetti laboratoriali e sperimentali in collaborazione con comunità locali e scuole.
Ha preso parte a diversi programmi di residenza e formazione artistica come Atelier Fondazione Bevilacqua La Masa (Venice – IT), Careof Art Residency (Milan – IT), VISIO – European Programme on Artists’ Moving Images at Lo Schermo dell’arte Film Festival (Florence – IT), XI MAGIS Gorizia International Film Studies Spring School, Gorizia (GO), Q-Rated La Quadriennale presso Castello di Rivoli (TO).