Artigianato e Palazzo per il Museo di Doccia. Raccolti 50mila euro destinati alla campagna restauri di una serie di modelli scultorei in cera, gesso e terracotta del Museo di assoluta rarità: “Amore e Psiche” da Massimiliano Soldani Benzi in cera; “Sacrificio d’Isacco” riferibile a Giuseppe Piamontini; bassorilievo pervenuto in stato frammentario, attribuibile alla bottega di Giovan Battista Foggini in terracotta.
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ARTIGIANATO E PALAZZO PER IL MUSEO DI DOCCIA, l’iniziativa a sostegno della riapertura del Museo Richard Ginori della Manifattura di Doccia – iniziata lo scorso maggio a Firenze in occasione della ventiquattresima edizione di ARTIGIANATO E PALAZZO -, ha permesso a Giorgiana Corsini e Neri Torrigiani, ideatori e organizzatori della manifestazione, di consegnare a Livia Frescobaldi, presidente dell’Associazione Amici di Doccia, l’importo di 50.000 euro alla presenza di Stefano Casciu, direttore del Polo Museale della Toscana, al quale il Museo è stato assegnato dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali dopo l’acquisto da parte dello Stato, e di Monica Barni, vicepresidente ed assessore alla Cultura della Regione Toscana, il cui contributo è stato fondamentale per la riuscita dell’operazione.
L’intero importo servirà a finanziare una campagna di restauri e recupero di una serie di modelli scultorei in cera, gesso e terracotta, a lungo trascurati, e soprattutto indispensabili per comprendere l’unicità e l’importanza della Manifattura di Doccia e della sua collezione in un contesto internazionale.
Si tratta di alcuni esemplari di assoluta rarità, quali l’Amore e Psiche da Massimiliano Soldani Benzi in cera, il Sacrificio d’Isacco riferibile a Giuseppe Piamontini e un bassorilievo pervenuto in stato frammentario, attribuibile alla bottega di Giovan Battista Foggini in terracotta, facenti parte della raccolta di modelli della originaria Manifattura Ginori di Doccia, sorta grazie al genio del marchese Carlo Ginori. Egli, infatti, fin dai primi anni di attività della Manifattura da lui fondata a Doccia nel 1737, favorì l’acquisizione di modelli scultorei da tradurre in porcellana attraverso la collaborazione con le botteghe dei maggiori scultori fiorentini del tempo, formando una collezione che non mancò di destare meraviglia fin dalla sua costituzione, e che ancora oggi mantiene intatto il suo fascino tra gli amateurs e i connoisseurs, ma anche tra gli studiosi come fonte di conoscenza da un lato della scultura tardobarocca fiorentina e dall’altro del gusto antiquario, che animò le Corti europee durante il Settecento.